Questo post inaugura una serie degli articoli “Dalla Russia con amore”. Tatiana Yugay, ben nota come analista geopolitica, mostra il suo grande amore per l’Italia e, in particolare, per il paesaggio abruzzese. Lei ha pubblicato in Russia il libro “Abruzzo-Terra incognita” . Benvenuti sul suo sito “Abruzzo-Terra incognita” at http://www.santatiana.ru/index_eng.html.
14 mila chilometri in 10 anni: il mio infinito cammino sul lungomare dell’Adriatico
La Russia è quasi tutta pianura, priva di mari caldi. I miei amici italiani chiamano la Russia la grande steppa. Per questo i russi sono appassionati della natura italiana. Quando sono arrivata in Abruzzo per la prima volta, subito mi sono innamorata del mare Adriatico – con le spiagge bianche infinite – e delle aspre vette di Gran Sasso. Per dieci anni sono venuta in Abruzzo in estate e in inverno. Iniziavo ogni giorno con una bella passeggiata sul lungomare di Montesilvano Marina. Facevo circa 8 chilometri al giorno. Quindi nel corso di tutta la stagione estiva o invernale percorrevo più o meno 700 km. Dopotutto, in dieci anni ho percorso 14.000 km.
Ho camminato sotto il sole e sotto le nuvole. Ho osservato la vita che si svolgeva intorno al mare. In estate, mentre salutavo l’alba, osservavo i pescatori scaricare pesanti casse dalle loro barche. Ho visto che pescavano pesce azzurro e frutti di mare (polpi, granchi e pannocchie, ecc.). Tutti gli uomini erano vecchi, ma ancora robusti. Guardandoli, sempre ricordavo la storia di Hemingway “Il vecchio e il mare”. Mi dicevano che i loro figli non vogliono più fare questo lavoro, duro e sottopagato. E anche il loro pescato diveniva sempre più scarso. Sfortunatamente, il mestiere biblico dei pescatori scomparirà insieme all’estinzione del pesce.
In estate la spiaggia diventa una grande palestra. I stabilimenti balneari e le spiagge libere sono pieni di vacanzieri. Ci sono molte famiglie con bambini, perché qui il mare è poco profondo e molto sicuro. Il mare è basso a causa delle scogliere artificiali che servono a rompere le onde. I miei amici ricordavano i tempi in cui non c’erano le scogliere. In inverno, le onde distruggevano la strada.
Poiché il mare è poco profondo, e anche perché molti non sanno nuotare, camminano in mezzo all’acqua.
Io, mentre camminavo nell’acqua bassa, potevo osservare la vita marina sotto i miei piedi. C’erano i stormi delle pesci piccoli. A volte ho visto i granchi nascondersi velocemente nella sabbia. Negli ultimi anni sono apparse molte meduse, creature stupende di forme e colori diversi, ma sempre pericolose.
Presto la mattina i ragazzi fanno jogging e cycling, più tardi giocano a pallavolo e calcio. Gli animatori presso gli stabilimenti balneari offrono pratiche di yoga e risveglio muscolare.
In inverno, la spiaggia senza ombrelloni sembrava deserta ed enorme. Quando arrivavo presto mattina era tutta mia. Spesso camminavo nella piena solitudine e nel silenzio. Quasi tutti i miei migliori pensieri e idee sono nati durante queste ore mattutine. Di tanto in tanto mi fermavo a prendere appunti. Penso che questo accada perché il mare parla direttamente al nostro inconscio. Quando ero infelice o turbata, il mare mi confortava e rassicurava sempre.
Nei giorni festivi, anche in inverno, si svolgono diverse attività in spiaggia. Ho visto spesso ragazzi fare windsurfing o kiting, o andare in barca a vela. Un giorno ho visto un gruppo di ragazzi a cavallo lungo la spiaggia. Un’altra volta ho osservato la gara di bravissimi cani da salvataggio. Una volta ho persino incontrato un uomo che camminava con un alpaca.
In inverno mi piaceva nutrire i gabbiani. All’inizio erano molto timidi, ma poi si avvicinavano. A volte ho visto come i cormorani dopo la pesca si asciugavano sugli scoglie le ali.
Siamo diventati grandi amici, io e il mare. Non mi sentivo mai sola con un amico così. Un amico che mi aspettava sempre e era sempre diverso. Lo chiamo il dio azzurro.
Mi stupisce sempre, perché il mare è così diverso? Penso sia possibile spiegare questo fenomeno in modo scientifico. Lo stato del mare è determinato da diversi fattori. Acqua, cielo e sabbia sono i protagonisti principali del meraviglioso spettacolo della natura, che si svolgeva davanti ai miei occhi ogni giorno. Poi luce, vento, sole o luna e anche nuvole. Di conseguenza, abbiamo tre termini principali e cinque termini minori di questa equazione. Ognuno di loro ha i suoi stati diversi. Alla fine, abbiamo un numero infinito di combinazioni.
Ho scattato mille fotografie cercando di catturare ogni effetto, ogni colore, ogni sfumatura e ogni movimento del mare, del cielo e del vento. Lo spettacolo era sempre diverso e imprevedibile. Quando sono tornata in Russia mi manca tantissimo il mare. Guardo spesso le mie foto per rivivere i momenti felici. A causa della pandemia non sono tornata in Italia per più di un anno. Per curare la mia nostalgia, ho iniziato a dipingere il mare guardando le mie foto. Questo mi dà una grande consolazione anche se i dipinti non sono perfetti. Ma è importante che quando dipingo mi sento tutt’una con il mare.
Grazie alle passeggiate lungomare, ho cominciato ad apprezzare il grande pittore marinista russo Ivan Aivazovsky. Non mi piaceva molto prima, perché dipingeva solo il mare. I suoi quadri mi sembravano un po’ monotoni. Qualche anno fa ho visitato una grande mostra di Aivazovsky alla Galleria Tretyakov. Durante la sua lunga vita Ivan Aivazovsky ha dipinto oltre 6.000 quadri delle enormi dimensioni, la maggior parte dei quali sono dedicati al mare. Mi ha colpito la sua arte nel disegnare l’acqua marina.
Solo chi cammina tutte le mattine mezzo acqua con la macchina fotografica può capire come è difficile catturare una sostanza così mutevole e incostante.